Grazie all’azione congiunta della Regione e del Governo, è salva la posizione di 4.000 educatori (2.500 socio-sanitari e 1.500 socio-pedagogici) attivi nelle strutture socio-sanitarie della Lombardia “Grazie alla riconosciuta equipollenza dei titoli di studio – ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera rispondendo a un’interpellanza presentata in Consiglio regionale – 2.500 educatori socio-sanitari possono infatti iscriversi all’Albo professionale, mentre quelli socio-pedagogici possono operare anche nelle strutture socio sanitarie”.
Le nuove norme di riferimento sono state le inserite ai commi 517 e 539 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2019, approvata dal Parlamento nelle scorse settimane. “In questo modo – ha spiegato Gallera – sono salvi migliaia di posti che erano a rischio, per la cui tutela siamo riusciti a sensibilizzare direttamente i Ministeri competenti, arrivando a una soluzione che pone fine a una annosa e spiacevole vicenda. Grazie alle nuove normative, la competenza e la qualità del lavoro vengono premiate e i vincoli ostativi totalmente rimossi”.
I titoli di studio regionali, per i quali non era prevista l’equipollenza rispetto alla Laurea specifica, erano stati conseguiti dal 1999 al 2004. Regione Lombardia aveva all’epoca stabilito di proseguire anche dopo il 1999 i percorsi professionali, qualificando l’azione formativa regionale. Le norme indicate dal Governo all’interno della Legge di Bilancio sanciscono la lungimiranza e l’efficacia dell’azione intrapresa dalla Lombardia. “La possibilità di salvaguardare queste professionalità – ha concluso Gallera – amplia ulteriormente l’offerta delle strutture socio-sanitarie regionali, qualificando i percorsi e i servizi a beneficio dei cittadini”.

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