Con 13 vini a denominazione certificata, tra Doc, Docg e Igt, oltre 6400 ettari di superficie coltivata e più di 600 imprese attive Brescia si conferma una delle aree più vinicole della Lombardia. È quanto afferma la Coldiretti Brescia in occasione del summit organizzato a Provaglio d’Iseo presso la Cantina Barone Pizzini dal titolo “Innovazione del vigneto bresciano” con la partecipazione di Simone Frusca responsabile vitivinicolo di Coldiretti Brescia; gli agronomi Marco Tonni, Pierluigi Donna e Leonardo Valenti; Enzo Vizzari Direttore guide dell’Espresso, Fabio Rolfi assessore all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia; Silvano Brescianini Vicepresidente di Coldiretti Brescia. Il comparto viticolo – spiega Simone Frusca di Coldiretti Brescia – necessita  di innovazione in ogni suo comparto, da quello agronomico fino a quello commerciale. È  necessario quindi sostenere le università e i centri di ricerca specializzati perché, in costante dialogo con le aziende, compiano un lavoro di sinergia e condivisione del sapere per affrontare le nuove sfide che il mercato globale ci impone”. E proprio in questo contesto si inserisce Vi.Te 4.0 – spiega Coldiretti Brescia – che mette in campo una partnership di realtà imprenditoriali (Fasternet, Cobo, A2A Smart city, CSMT) e associative istituzionali (Coldiretti, Condifesa, Innexhub) con il patrocinio della provincia di Brescia,  che mirano alla creazione di una rete tecnica tecnologica di miglioramento produttivo e riduzione dell’impatto ambientale. Le sfide del futuro per il comparto vitivinicolo sono legate al tema della sostenibilità ambientale e della tutela della biodiversità – precisa l’Assessore Fabio Rolfi – anche per soddisfare richieste di mercato sempre più esigenti in questo ambito innovare significa ricercare nuove tecnologie e nuove strutture organizzative anche per efficientare l’utilizzo delle risorse. In questo i produttori bresciani sono sempre all’avanguardia”. La produzione di uva in Franciacorta – continua la Coldiretti provinciale – è di 260.000 quintali a ettaro, nella zona del Lugana 213mila e nell’area della Valtenesi è di 52.000 quintali a ettaro. Per quanto riguarda le superfici, invece, in Franciacorta ci sono 3.229 ettari tra Franciacorta DOCG (Chardonnay 81%, Pinot nero 15%, Pinot bianco 3%, Erbamat 1%) e Curtefranca DOC, nella zona del Lugana ci sono 2.217 ettari, 1.000 ettari nella zona Valtenesi e Garda bresciano, 100 a Capriano del Colle, 36 a Botticino, 22 in Valcamonica e 10 a Cellatica. Il nostro territorio – precisa Coldiretti Brescia – ha saputo caratterizzare al suo interno i territori e le loro produzioni peculiari, offrendo una vasta gamma di produzioni d’alta qualità dando prova di capacità di differenziazione e cooperazione fra le aziende: la Franciacorta domina le produzioni di vini spumanti, il Lugana cresce continuamente fra i bianchi fermi, in crescita nella tipologia anche San Martino della Battaglia e in Valtenesi si impone il Chiaretto; mentre le altre zone, come Botticino, Cellatica, Montenetto e Val Camonica si impongono con le varie caratterizzazioni di rossi fermi. Cresce la produzione di vino biologico e una generale maggiore attenzione al rispetto degli ecosistemi, della biodiversità e del territorio in cui la nostra viticoltura è inserita. “La viticoltura bresciana – conclude Silvano Brescianini – è nel segno della crescita, della distintività e della sinergia fra consorzi e produttori. I numeri parlano chiaramente di segnali positivi per le produzioni, le vendite, l’export e anche l’attenzione ai temi dell’ambiente e della sostenibilità”.

close

Non perderti la nostra nuova offerta!

Iscriviti alla nostra newsletter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Translate »
[glt language="Spanish" label="Español" image="yes" text="yes" image_size="24"]