Nuova
iniziativa di Regione Lombardia per la prevenzione e il contrasto del
cyberbullismo, per la tutela della reputazione digitale e per l’educazione
all’uso responsabile dei mezzi di comunicazione digitale.
Il Consiglio regionale ha infatti approvato serie di modifiche e integrazioni
normative che, colmando le lacune giuridiche della vecchia legge istitutiva del
2003, rafforzano i poteri del CORECOM (Comitato regionale per le
Comunicazioni), assicurando una maggior protezione per i minori e, in
generale, per gli utenti dei sistemi di comunicazione online e dei social
network, contro i contenuti illeciti e lesivi scambiati in rete. Viene
istituito uno specifico Osservatorio su questa problematica ed ampliati i poteri
di intervento dell’organismo regionale. Il Corecom in particolare vengono
assegnate nuove competenze e funzioni in materia di tutela della reputazione
digitale, prevenzione e contrasto al cyberbullismo e di educazione all’uso
responsabile dei mezzi di comunicazione digitale, e al nuovo Osservatorio
vengono attribuite anche finalità di ricerca sulle insidie e sui rischi in cui
i giovani possono imbattersi oggi nel web. Nell’esercizio delle funzioni
assegnate, il Corecom potrà inoltre avvalersi della collaborazione di altre
amministrazioni pubbliche e stipulare accordi con le Università lombarde per il
finanziamento di specifici assegni di ricerca. “Con questa nuova normativa – ha
sottolineato la presidente del CORECOM Lombardia, Marianna Sala – si
opera un indispensabile aggiornamento della vecchia disciplina, risalente a 16
anni fa, che era rimasta immutata nel tempo, nonostante l’avvento dei new
media, e che risultava perciò sprovvista di adeguati
strumenti contro il cyber bullismo e gli illeciti da comunicazione
digitale, in quanto fenomeni allora poco diffusi e di minor allarme
sociale. Dal 2003 ad oggi – rileva la presidente Sala – il cyberbullismo
si è diffuso a macchia d’olio e negli ultimi anni ha compiuto un
pericoloso balzo in avanti, dallo stalking (anche) tra adolescenti,
all’adescamento di minorenni (grooming online), al revenge porn, alle sfide
pericolose (challenges) su YouTube, al disagio sociale, ai gruppi pro-anoressia
e all’istigazione al suicidio”.
