Nel giugno di quest’anno Fondazione GIMBE ha presentato il quarto rapporto  sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario; dai dati presentati risulta chiaro, scrivono i relatori, come il sistema sanitario sia stato sottoposto ad un drastico definanziamento. Noi sindacati di categoria (CISL FP e CISL Medici) riteniamo, come ben scritto nei dodici punti individuati alla conclusione del documento che  sia imperativo, visto l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’età media degli operatori rilanciare l’investimento pubblico in sanità, programmando quindi per tempo e per il futuro le necessità di personale, di tutte le figure sanitarie. La Cisl Funzione Pubblica e la Cisl Medici rappresenta tutto il mondo legato alla salute quindi una vasta gamma dei servizi che si rivolgono alla persona e che raccolgono la pluralità di questi ambiti, da quello ospedaliero per  acuti e gli istituti di riabilitazione alla fragilità, le RSA e tutte le strutture socio sanitarie che si rivolgono alla disabilità. Abbiamo, perciò, l’onere e l’onore di rappresentare le persone che vi operano, sia come utenti che come lavoratori, e che stanno vivendo, gli uni e gli altri situazioni estremamente difficili; grazie alla pluralità di persone coinvolte abbiamo un osservatorio previlegiato  sui fenomeni che si stanno succedendo. Siamo molto preoccupati per il quadro attuale della Sanità in provincia di Brescia. In questo inizio di estate stiamo rilevando accorpamenti straordinari di reparti di degenza e addirittura delle sospensioni temporanee di attività; in mancanza di personale sanitario, medico e paramedico, per non sbilanciare il sistema la soluzione scelta è stata quella di chiudere. La domanda che da tempo ci stiamo ponendo è quale sarà il futuro degli ospedali territoriali? Se il presidio di Spedali Civili, pur in sofferenza di personale, ha una chiara linea di indirizzo anche in ambito universitario e di ricerca ed è palesemente riconosciuto come eccellenza e come Ospedale di riferimento nelle sue molteplici specialità dalla diagnostica alla cura, gli altri Ospedali Territoriali afferenti alle ASST devono individuare la strada di sussistenza e esistenza e al contempo dare la risposta al bisogno di salute della popolazione. Assistiamo frequentemente a bandi di concorso per le diverse specialità mediche che nelle aziende socio sanitarie territoriali non cittadine vanno deserte. In molti reparti di degenza il personale infermieristico ed Oss non ha nemmeno i cosiddetti cambi ferie e ci troviamo di fronte al conciliare il diritto alle ferie del personale con il diritto dei cittadini-utenti di ricevere le cure necessarie e possibilmente in  condizioni di sicurezza. Questa situazione è ben nota ai dipendenti che vengono costantemente richiamati in servizio dai riposi per sopperire alle carenze di personale; personale ormai stremato che cronicamente non riesce ad effettuare lo stacco necessario al giusto recupero psicofisico, con l’aumento della possibilità di errori. Un altro fenomeno che stiamo rilevando è quello nelle RSA, meglio note come case di riposo. Queste strutture nel periodo estivo non possono attuare riduzioni o accorpamenti dei nuclei residenziali, anzi, sono costantemente sollecitate da richieste di accoglienza di sollievo, in particolare nel periodo estivo. Anche in queste strutture sta diventando difficile esercitare lo stacco per il congedo feriale; da contratto i dipendenti hanno un periodo di 15 giorni di stacco da praticarsi nel quadrimestre che va da giugno a settembre. Le difficoltà nascono dalla carenza di personale sanitario infermieristico e di supporto ASA (ausiliario socio assistenziale) e OSS (operatore socio sanitario). In questi enti, a parte i dipendenti ad esaurimento a cui si applica il contratto enti locali, si offrono contratti meno remunerativi e con meno tutele normative del pubblico e di regola afferenti a cooperativa, Uneba. Come è comprensibile a chiunque, ciascun individuo punta a migliorare la sua condizione lavorativa e quindi all’emissione di bandi di concorso pubblici per infermieri ed OSS corrisponde una ampia adesione e se le prove selettive vanno per il meglio si instaura una emorragia da questo comparto a quello del pubblico. Una situazione diversa, invece, si ha per gli ASA, ove mancano percorsi formativi o meglio nelle formazioni si punta al titolo più elevato quello degli OSS e vi è scarsità nella formazione di ASA. Da quanto sopra esposto rileviamo ed abbiamo dimostrato che anche nel Sistema Salute di Brescia e provincia ci sono chiare criticità a cui la Politica deve porre attenzione e deve dare risposte adeguate; in questo contesto la Cisl Funzione Pubblica e la Cisl medici sono in campo con l’obiettivo di orientare attraverso la politica sindacale per le scelte migliori con lo scopo di tutelare i lavoratori e i cittadini. Sono necessarie direttive di indirizzo politico chiare che siano di garanzia del buon funzionamento di un servizio che, tra alti e bassi, fino ad oggi ha funzionato, ma con queste dinamiche non può reggere a lungo.

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