Dopo essere stati travolti dalla emergenza Covid anche all’interno di molte RSA con le drammatiche conseguenze per gli ospiti e per gli operatori, le direttive regionali stanno avendo ora pesanti conseguenze. L’impossibilità – determinata dalla decisione assunta da Regione Lombardia con DGR XI/2906 del 8 marzo 2020 – di coprire i posti letto resisi liberi da allora ad oggi, e chissà ancora per quanto, sta infatti ripercuotendosi in maniera drammatica sul personale delle Case di riposo e sulla mancata risposta al bisogno delle famiglie. Per queste amministrazioni, infatti, ogni posto letto inoccupato genera un minore introito per le strutture di circa 80/100€ giorno con conseguenti problemi finanziari delle strutture e, conseguentemente con un ” esubero” di personale. Alcune Fondazioni stanno sopperendo al disagio attraverso l’attribuzione di ferie pregresse, recuperi ore eccetera. Ma questo ” rimedio” non può proseguire all’infinito. Infatti già alcune RSA stanno procedendo alla richiesta di cassa integrazione per il proprio personale. Dopo aver assistito increduli, nella prima fase emergenziale, alla assoluta mancanza di considerazione e di attenzione su questo ambito, ora ci troviamo a dover affrontare una crisi che riguarda senz’altro il personale che rappresentiamo, ma anche la necessaria risposta alla richiesta socio assistenziale dei territori. Vale la pena ricordare che il nostro territorio con la sua distribuzione capillare, una RSA ogni due comuni circa, ha sempre rappresentato una eccellenza nella accoglienza diffusa senza sradicare, i nostri cari dalla loro storia e dal loro territorio. Riteniamo questo un valore inestimabile che va preservato, valorizzato e mantenuto. Diventa quindi indispensabile ed impellente che le autorità preposte intervengano, è necessario ripristinare e, potenziare, le risposte sul territorio anche in termini socio-assistenziali. In particolare ci rivolgiamo a Regione Lombardia e alle ATS della provincia affinché con estrema urgenza si possano ripristinare gli ingressi nelle RSA attingendo alle liste, fornendo così, una risposta al bisogno assistenziale dei cittadini e mettendo allo stesso tempo in sicurezza l’occupazione dei lavoratori in questi enti

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