Domani, 1° giugno, è la Giornata Mondiale del Latte; quest’anno si celebra nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19, che ha mostrato ancor più l’importanza di questo alimento salutare e prezioso. Lo ricorda Confagricoltura in occasione di World Milk Day, istituito dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione) nel 2001. Nel lockdown si è riscoperta l’importanza del latte – pone in evidenza Confagricoltura -Non sono mai mancate sulle tavole latte, yogurt, burro, latticini e formaggi. I consumi e le modalità di approvvigionamento però sono cambiati rapidamente: si è scelto il latte UHT a lunga durata e spesso i prodotti lattiero-caseari sono stati consegnati con sistemi di delivery (la spesa online secondo Ismea è cresciuta del 160% su base annua). Il latte vaccino – sottolinea ancora l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è il simbolo del settore lattiero-caseario: l’Italia ne produce circa 12 milioni di tonnellate all’anno; ha una filiera che, tra fase primaria e trasformazione, rappresenta un valore prodotto di 20 miliardi, di cui circa un quarto attribuibile alla produzione agricola. I prodotti lattiero caseari incidevano per oltre il 7% sull’export agroalimentare nazionale e la filiera vuole tornare ad acquisire e ad accrescere quella quota di mercato. Nel lockdown in Italia, le difficoltà legate alla chiusura del canale HoReCa hanno sicuramente penalizzato i produttori che non hanno potuto compensare il crollo della domanda di hotel, ristoranti ed altri pubblici esercizi; ne hanno risentito soprattutto il mercato del latte in generale (-25% quotazioni latte “spot”) e dei formaggi “tipo grana” (calo quotazioni di Grana Padano e Parmigiani di -10 e -20%, ma anche maggiore). Ora – conclude Confagricoltura – è il momento di tornare ad essere protagonisti della ripresa.
LA CONFAGRICOLTURA DENUNCIA GLI ECCESSI DI IMPORTAZIONI DI CILIEGIE
(QUANTI ALTRI PRODOTTI .. ? LO SLOGAN E’ CONSUMA IL MADE IN ITALY)
Campagna oscillante per i cerasicoltori, partita con ottime quotazioni all’origine ma repentinamente frenate dalle importazioni, soprattutto da Spagna e Turchia, ma anche da Grecia. Lo sottolinea Confagricoltura, preoccupata per la situazione del mercato delle ciliegie che si registra, in particolare, su alcune importanti piazze di commercializzazione. In generale – fa presente Confagricoltura – la qualità delle ciliegie italiane è buona, però i raccolti sono stati ridotti per i danni causati dalle gelate in territori vocati. In alcune piazze sono state vendute al dettaglio dai 5 euro/kg fino ad arrivare a oltre 8 euro/kg per le ciliegie di Vignola e Ferrovia del Barese, ma i prezzi all’origine sono scesi anche a 2-3 euro/kg (a seconda del calibro). Bisogna dare prospettive di mercato e valorizzare il prodotto made in Italy apprezzato dai consumatori; per questo in un importante areale produttivo, come quello di Padova, la Confagricoltura è impegnata alla costituzione di una OP-organizzazione di produttori, per abbattere i costi ed acquistare macchinari per essere più competitivi.