Clima, economia e sostenibilità con lo sguardo alle nuove generazioni.
Investire sui giovani per innovare e vincere le sfide sostenibili del mondo agricolo.
Brescia vanta un’agricoltura florida, dinamica e capace di guardare avanti. La pandemia ha rimesso al centro il settore agroalimentare: ora siamo chiamati a cogliere le opportunità della transizione ecologica, della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Chi meglio dei giovani può accompagnarci in questo percorso e portare nelle aziende agricole professionalità e competenza? Coldiretti promette impegno e vicinanza in questa sfida, collaborando con il mondo scolastico per fare da “ponte” tra mondo del lavoro e le nuove generazioni. Mi rivolgo proprio ai ragazzi: credeteci insieme a noi, perché nell’agricoltura si possono trovare grandi soddisfazioni professionali e umane. Queste le parole del Presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli in apertura del convegno “Che futuro abbiamo in testa?”, organizzato questa mattina, lunedì 8 novembre, presso il teatro parrocchiale di Quinzano d’Oglio. Una preziosa occasione di confronto tra diversi settori economici, formativi e istituzionali, moderato dal giornalista Rai Federico Quaranta, che ha coinvolto anche il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, il prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano Giuliano Noci, il responsabile dell’Agrifood dell’Università degli Studi di Brescia Gianni Gilioli e il meteorologo, climatologo e accademico Andrea Giuliacci e numerosi ragazzi studenti della scuola secondaria di primo grado di Quinzano d’Oglio, della scuola secondaria di agraria Vincenzo Dandolo di Bargnano e di un gruppo di ragazzi della specializzazione post-diploma dell’accademia Symposium di Rodengo Saiano. Dopo i saluti del sindaco di Quinzano d’Oglio, Lorenzo Olivari, il primo momento di discussione è dedicato al cambiamento climatico, con le considerazioni di Andrea Giuliacci sull’attuale condizione italiana e globale. “Il costante aumento delle temperature medie annuali comporta, oltre ai periodi di siccità, la formazione di fenomeni atmosferici sempre più estremi, ovvero piogge, allagamenti, disastri, alternati a periodi severi di alta pressione. Il clima si è dunque estremizzato: restano da confermare scientificamente i motivi di questo cambiamento ma tutti gli indizi sperimentali ci conducono all’uomo, che attraverso le sue attività aumenta notevolmente la produzione di gas serra e, dunque, il calore trattenuto in atmosfera”. Gianni Gilioli, responsabile dell’Agrifood dell’Università degli Studi di Brescia, si sofferma in seguito sul concetto di sostenibilità. “Serve chiarezza per affrontare efficacemente le sfide urgenti che ci competono. La chiave per comprendere la sostenibilità sono i servizi ecosistemici: tutto quello che utilizziamo come uomini proviene da un ecosistema, che per esempio rigenera l’ossigeno che respiriamo o filtra l’acqua che beviamo. Tutto dipende dallo stato del bilancio tra i consumi umani e la capacità di rigenerazione dimostrata dai tanti ecosistemi che ci circondano”. Il ruolo dei giovani, in queste sfide, è prioritario. “E’ importante guardare al futuro con ottimismo – afferma il prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano Giuliano Noci – perché abbiamo a disposizione strumenti tecnologici importanti per lo sviluppo sostenibile e digitale. La scuola garantisce ai giovani l’opportunità di conoscerli e di applicarli nel mondo del lavoro, tenendo sempre presenti gli aspetti di responsabilità ed etica. L’agricoltura, soprattutto quella italiana, è molto attrattiva: un segmento economico che cresce e crescerà nei prossimi anni anche in virtù della ritrovata sensibilità dei consumatori verso benessere e salute, i tratti distintivi dei prodotti agroalimentari made in Italy rispetto alla concorrenza estera”. In conclusione, l’appello del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini agli studenti presenti in sala: “Il cambiamento di cui abbiamo bisogno si ottiene a partendo dalle piccole cose, è importante viaggiare, conoscere, studiare e confrontarsi con gli altri. Questi passaggi servono per avvicinarsi all’agricoltura con la consapevolezza delle sue potenzialità, per valorizzare la tradizione grazie all’innovazione, per fare sostenibilità in modo concreto e non ideologico, per ottenere il giusto trattamento all’interno delle filiere. Come organizzazione, siamo direttamente coinvolti in questo processo evolutivo che può cambiare il volto delle nostre aziende agricole e della nostra società”.